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Cattedrale di Modena, Torre della Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità dal 1997

Sezioni

Rosone

Il grande rosone situato nella parte superiore della facciata del Duomo è il prodotto di una delle trasformazioni dell’intero edificio attuate dai Maestri Campionesi, oltre un secolo dopo la ricostruzione progettata e realizzata da Lanfranco, per aumentare la luminosità all’interno dell’edificio. L’introduzione del rosone comportò la realizzazione di un grande arco di scarico del diametro di6 metri e, nello stesso tempo, per far posto alla nuova apertura, l’abbassamento dell’arco della loggia superiore del protiro e la sostituzione del corrispondente arcone con un tettuccio a due spioventi.
La grande rosa presenta un ornatissimo strombo a profilature multiple, i cui cerchi aggettano oltre il piano della fronte, molto simili a quelle presenti nella Porta Regia. Entro queste cornici si diparte, da un clipeo centrale crociato, una raggiera composta da 24 colonnine di cui 4 non hanno sezione circolare bensì esagonale, mentre tutte sono provviste di capitello e collegate tra loro da un’archeggiatura a tutto sesto intrecciata a doppia ghiera.
Al centro del rosone si trova una croce intagliata e racchiusa da un’ulteriore ghiera modanata.
La grande rosa è infine velata da piccole lastre di vetro semplice di modestissimo spessore, legate in piombo. Queste vetrate, decorate su disegno di Giovanni da Modena, vengono tenute assieme da un telaio metallico. 
Per collocare cronologicamente il rosone del Duomo di Modena un primo termine di confronto può essere offerto dalla ruota di San Zeno di Verona che, recando la firma di Brioloto, si situa tra il 1189 e il 1225. Un secondo termine di confronto è costituito dalla ruota del transetto del Duomo di Trento (metà del XIII secolo circa). La grande rosa di Modena si colloca probabilmente in una posizione intermedia tra le due, ovvero intorno al 1220 – 1230, tra il massariato di Bozzalino e quello di Ubaldino.
Una differenza iconografica marca il rosone di Modena rispetto agli esempi citati. I simboli degli Evangelisti non furono posti casualmente intorno alla grande rosa: servirono difatti per caratterizzare questa grande apertura circolare come occhio di Dio, motivo per il quale fu probabilmente aggiunta alla sommità anche una statua del Redentore seduto, pressoché contemporanea al rosone. Le sculture che adornano le rose di Verona e Trento indicano invece che in questi casi si tratta di “ruote della Fortuna”.

Vetrate figurate (sec. XV, ante 1453)

Delle ventiquattro lancette nelle quali la grande rosa è suddivisa dalle colonnine e dagli archi ogivali, solo quattro presentano vetrate figurate, e precisamente quelle corrispondenti agli assi verticali e orizzontali.
In quella superiore compare una figura benedicente, in piedi, definita come Dio Padre; in quella inferiore un Santo vescovo identificabile con San Geminiano; in quelle laterali, a sinistra un Angelo annunciante a mezza  figura, inserito in un tondo, a destra una Vergine annunciata, presentata nello stesso modo.