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Cattedrale di Modena, Torre della Ghirlandina e Piazza Grande Patrimonio dell'Umanità dal 1997

Sezioni

Maestri Campionesi

I Maestri Campionesi erano gruppi famigliari di lapicidi provenienti dalla zona di Campione nell'alto Comasco, che gestirono numerosi importanti cantieri in tutta l’Italia centro-settentrionale tra il XII se il XIV secolo e che lavorarono nel cantiere modenese a partire dalla fine del XII secolo sino ai primi decenni del XIV.
L’arrivo a Modena delle maestranze campionesi sembra coincidere con l’avvio di una nuova importante campagna di lavori che ebbel’obiettivo, di completare la torre Ghirlandina, e di apportare alcune importanti modifiche nella struttura della cattedrale, fino al riassetto architettonico dell’intero corpo orientale, con la creazione del falso transetto che si innestò sulla pianta basilicale dell’edificio voluto da Lanfranco. Le tappe di questa attività sembrano indicare la traccia di una presenza continua almeno dal 1190 fino al 1319, quando Enrico da Campione pose termine al coronamento della Ghirlandina.
In questo quadro la precisa scansione cronologica degli interventi deve fare i conti con l’organizzazione del lavoro e con la pluralità di figure e di competenze previste dal contratto del 1244 tra il Massaro Ubaldino e alcuni “magistri lapidum” campionesi.
La menzione dei Maestri Campionesi come “magistri lapidum” allude a mansioni di grande impegno all’interno del cantiere modenese, tra cui il taglio e la posa in opera del materiale lapideo, la fornitura dell’arredo scultoreo, la costruzione e la direzione dei lavori, la progettazione architettonica e l’organizzazione delle maestranze in gruppi operativi autosufficienti. Questo documento li impegnava a lavorare “in perpetum” perla Cattedrale, evidenziando la preoccupazione comune agli enti ecclesiastici di garantirsi con continuità una manodopera specializzata, e prevedeva un compenso aggiornato rispetto ai precedenti salari. Il contratto ne rinnova, infatti, uno precedente che era stato stipulato tra il Massaro Alberto, il quale operò tra il 1190 e il 1208, e Anselmo da Campione, nonno di Enrico e originariamente appartenente alla diocesi comasca, e menziona l’attività di almeno tre generazioni di lapicidi campionesi.
Da parte della critica ci sono forti incertezze circa la data di arrivo di queste maestranze a Modena, anche perché non rimangono documenti che possono giustificare una presenza campionese a Modena prima del 1190.
Sono ignote, inoltre, le modalità di inizio della collaborazione delle maestranze campionesi con la Fabbrica del Duomo: forse esse subentrarono a quelle che avevano condotto la costruzione fino alla seconda metà del XII secolo, senza una vera soluzione di continuità.
Oltre alla realizzazione del pontile, tra le modifiche operate dai Campionesi vi fu innanzitutto la generale riforma della zona presbiteriale, l’apertura del rosone sulla facciata e della Porta Regia sul fianco meridionale della Cattedrale. Infine, il lavoro di questi Maestri è riconoscibile nella Ghirlandina a partire dalla terza cornice marcapiano fino alla cuspide (1319).